Il Manifesto dei commercialisti ed esperti contabili, presentato a Roma lo scorso 9 maggio durante gli Stati Generali della professione, è stato redatto con l’obiettivo di chiedere alla politica maggiore attenzione sulle attività svolte dai professionisti a sostegno dell’economia italiana.

Semplificazione e sostegno alle aggregazioni

Diviso in quattro aree tematiche, il Manifesto dei Commercialisti 2019 richiama l’attenzione sulle azioni necessarie per riconoscere, tutelare e valorizzare l’operato di commercialisti ed esperti contabili.

Possiamo riassumerle in 4 punti:

1. la valorizzazione delle competenze attraverso la formalizzazione delle specializzazioni;
2. il riconoscimento del ruolo del commercialista come “incaricato di pubblico servizio”;
3. la semplificazione delle normative fiscali;
4. sostegno all’aggregazione professionale.

Il documento pone anche l’accento sui numeri che riguardano l’attività dei professionisti, dalla trasmissione degli adempimenti telematici all’Agenzia delle Entrate (il 75% del totale è gestito da dottori commercialisti) all’impegno nel ruolo di sindaci e revisori contabili (svolto dal 77% dei professionisti).

La specializzazione del Commercialista

Tra le novità più attese da commercialisti c’è sicuramente la specializzazione della professione: il servizio di commercialista generico di base – che è ancora il più richiesto dai clienti dello studio professionale – comincia a stare un po’ stretto ai professionisti.

Le stringenti e molteplici discipline normative, i tanti clienti da seguire e le differenti materie attratte dal supporto professionale del commercialista stanno diventando sempre più complesse da gestire, soprattutto da soli.

Il Consiglio Nazionale prevede lo sviluppo della professione attraverso un nuovo modello di Studio, inteso come un’aggregazione di commercialisti specializzati, uniti per fornire al cliente un supporto professionale in tutte le aree d’intervento in cui siamo competenti.

In attesa della previsione normativa, ci stiamo facendo un’idea di quali potranno essere le specializzazioni dei commercialisti. In parte, rispecchiano quelle offerte dalla Scuola di Alta formazione delle Tre Venezie – SAF:

1. Crisi d’impresa
2. Controllo di gestione
3. Revisione
4. Valutazione d’azienda
5. Finanza aziendale
6. Liquidazione aziendale
7. Contenzioso Tributario
8. Consulenza Fiscale

Quello che ci rende professionisti specializzati non è tanto l’indicazione dell’area di competenza nell’Albo, quanto il fatto di essere riconosciuti come tali dai nostri clienti, dai nostri colleghi e dalla comunità nella quale siamo inseriti.

Professionisti specializzati cercasi: le “richieste” del nuovo Codice della crisi d’impresa

Il nuovo Codice della Crisi tira in ballo molte professioni: l’attestatore, il consulente aziendale esperto di finanza, il revisore, persino il consulente fiscalista. Tutte figure coinvolte in un enorme cambiamento, che possono giocare un ruolo importante nell’assistenza al cliente.

In particolare, il nuovo Codice della crisi richiede esplicitamente:

  1. competenze professionali specifiche in tema di controllo interno;
  2. l’adozione di strumenti digitali per commercialisti per rilevare segnali d’allerta;
  3. capacità predittive e di pianificazione aziendale.

Il Codice della crisi richiederà anche più incarichi per revisori e sindaci nelle piccole e medie imprese italiane, e più consulenti preparati per monitorare periodicamente i segnali di allerta sul cliente, prima che arrivino al revisore o all’Organismo di composizione della crisi d’impresa (OCRI).

Possiamo fornire un servizio altamente professionale ai nostri clienti di studio e diventare partner fidati dell’imprenditore, assistendolo nella pianificazione aziendale e nelle attività di monitoraggio interno.

Con il nuovo Codice della crisi il commercialista generico può assumere il ruolo di CFO esterno anche del “piccolo cliente” e trovare per il futuro una valida strada di specializzazione della sua professione.

A cura di Viviana Esposito, dottore commercialista


 

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