Le imprese, in un mondo del lavoro che, come sappiamo, è sempre più liquido, stanno ridefinendo le loro priorità per quel che riguarda le funzioni HR: chiedono soluzioni più snelle per la gestione operativa e, allo stesso tempo, strumenti capaci di valorizzare le persone e aumentare l’attrattività come datori di lavoro.

Per i consulenti del lavoro questo si traduce nella possibilità di interfacciarsi con clienti che non vogliano solo un supporto amministrativo, ma anche e soprattutto partner capaci di guidarli su automazione, welfare e innovazione. Comprendere tali esigenze è il primo passo per essere in grado di offrire servizi ad alto valore.

In questo articolo cerchiamo di offrire una panoramica concreta su quello che le aziende richiedono ai consulenti del lavoro, analizzando i principali trend HR anche attraverso i dati dell’Osservatorio Zucchetti 2025.

Efficienza e automazione: la priorità numero uno del settore HR

Automatizzare i processi: è questo che oggi le aziende indicano come priorità numero uno. Vale sia per le grandi imprese che per le piccole.

Lo conferma l’Osservatorio Zucchetti HR 2025: a pensarla così è infatti il 30% delle imprese coinvolte, percentuale che raggiunge il 43% se si sommano le prime due priorità dichiarate dalle aziende.

Automatizzare il payroll, la gestione presenze, la generazione di report e la compliance normativa significa liberare tempo prezioso che può essere investito, da parte delle aziende, in attività più strategiche. Che le aziende mettano l’automazione come priorità assoluta è anche la riprova del fatto che si sta delineando un ritratto di HR che oggi vive un momento di transizione ed esplorazione di tutte le possibilità offerte dal mercato. Una figura che, rispetto al passato, è indubbiamente protagonista di un quadro di sfide aperte.

Se efficienza e automazione sono, quindi, particolarmente richieste da parte delle aziende, dal punto di vista dei consulenti del lavoro è importante dimostrare di sapere integrare strumenti digitali nei propri servizi perché rafforza la percezione di valore e consolida la fiducia da parte delle aziende clienti. Inoltre, mostrare un’organizzazione interna digitale e strutturata aiuta gli studi dei consulenti a differenziarsi rispetto a chi offre servizi standard e a essere più competitivi sul mercato.

Welfare aziendale: un tema cruciale anche per le PMI

Il welfare aziendale non è più un tema esclusivo delle grandi organizzazioni. Anche le piccole e medie imprese stanno investendo in soluzioni di benessere: fringe benefit, card multibrand, piani sanitari e iniziative a sostegno del work-life balance sono sempre più diffusi. Anche a causa della Legge di Bilancio 2025 che ha confermato la soglia di esenzione dei fringe benefit a 1000 euro per tutti i dipendenti, a 2000 per i dipendenti con figli, fino al 2027.

Tale trend del settore HR risponde a un bisogno concreto: attrarre e trattenere i talenti in un mercato del lavoro competitivo, in cui lo stipendio da solo non basta più a garantire fidelizzazione e motivazione.

Per i consulenti del lavoro si tratta di uno scenario che apre nuovi spazi di intervento: da parte delle aziende non è più solo richiesto di elaborare le buste paga, ma anche di affiancare i clienti nella progettazione di pacchetti welfare sostenibili, nella scelta degli strumenti più adatti alle dimensioni aziendali e nella gestione fiscale e normativa dei benefit. Chi saprà integrare tali servizi nella propria offerta sarà percepito come partner strategico nella gestione delle persone e non solo come un “semplice fornitore”.

AI e analisi dati: vantaggi per HR e consulenti del lavoro

Il 15% delle aziende dichiara di utilizzare già strumenti di Intelligenza Artificiale nelle attività HR, mentre un ulteriore 11% prevede di introdurli a breve. La maggior parte (78%) associa l’AI al miglioramento dell’analisi dei dati, a seguire, il 63% riscontra benefici negli annunci di lavoro e analisi dei CV, a conferma che l’interesse non è rivolto tanto alla tecnologia in sé, quanto ai risultati pratici che essa può offrire.

Ciò significa processi più rapidi e decisioni supportate da insight affidabili: dalla selezione del personale con screening automatizzati dei CV, alla definizione di percorsi di formazione mirata, fino alla valutazione delle performance.

Per gli studi di consulenza del lavoro, integrare strumenti di intelligenza artificiale che rendono più efficace la raccolta e l’analisi dei dati significa potenziare il valore della propria offerta e rispondere a una domanda crescente di servizi che siano basati su informazioni oggettive e aggiornate.
Non serve proporre soluzioni complesse: anche la reportistica evoluta, dashboard intuitive o tool per la valutazione predittiva possono fare la differenza.

Alla luce di quanto abbiamo detto finora, quali sono le opportunità concrete per i consulenti del lavoro per rispondere alle esigenze delle funzioni HR?

  • servizi esternalizzati: sempre più piccole aziende affidano a professionisti esterni l’elaborazione paghe e altri processi HR. Gli studi possono proporre pacchetti modulari (payroll + welfare + compliance) per attrarre e fidelizzare clienti;
  • digitalizzazione interna: mostrare efficienza è essenziale ecco perché digitalizzare i propri processi permette di scalare i servizi e ridurre i tempi di delivery;
  • consulenza evoluta: cresce la domanda di advisory su welfare, formazione e gestione dei dati. Diventare partner strategico significa andare oltre l’elaborazione paghe;
  • tecnologie integrate: non tutte le aziende sono pronte a soluzioni AI complesse, ma strumenti semplici per analisi dati e screening possono essere introdotti subito.

Il panorama HR è in trasformazione e le aziende hanno aspettative sempre più alte nei confronti dei loro consulenti. Per restare competitivi, gli studi professionali devono saper leggere questi segnali e tradurli in servizi di valore, capaci di unire efficienza e innovazione. L’Osservatorio Zucchetti HR 2025 offre numeri e insight preziosi per orientare le strategie e sviluppare nuove offerte in linea con le reali esigenze del mercato.

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