Come salvaguardare imprenditori e istituti di credito da situazioni di crisi di impresa e shock creditizio, portando in azienda la cultura della responsabilità e sistemi di controllo integrati.

Commercialisti ed esperti contabili sono al centro del nuovo sistema di gestione della crisi di impresa e delle procedure di allerta. E questo, va sottolineato, vale ben oltre l’impegno del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e dei Revisori Contabili nel presentare i già famosi indici di allerta: i professionisti sono infatti chiamati a un confronto continuo, tempestivo ed efficace con le imprese.

Non stupisce che il mondo dei contabili – accanto ovviamente a quello delle banche – si stia preparando “febbrilmente” all’entrata in vigore delle misure di allerta. A proposito di queste, va sottolineato che l’obbligo di segnalazione che grava sugli organi di controllo interno e sui revisori contabili, anziché diventare operativo dal 15 agosto 2020 come prefissato, è stato posticipato al 15 febbraio 2021. La decisione è stata presa dal Governo il 28 febbraio con il decreto sulle misure di sostegno all’economia italiana colpita dall’epidemia del Coronavirus. Si tratta solo di un rinvio, che però dà ai diversi attori coinvolti un po’ di tempo in più per confrontarsi con le tante novità previste e con le relative sfide.

Al centro dell’attenzione c’è prima di tutto la capacità delle banche di individuare per tempo le situazioni critiche, così da evitare pericolosi shock creditizi.

L’analisi predittiva delle imprese

La sfida principale che si pone davanti al sistema bancario è quella di intercettare in anticipo le situazioni di crisi. E proprio per muoversi in modo tempestivo e predittivo, le misure di early warning sono ormai diventate prassi comune, con gli istituti di credito che prendono le proprie decisioni basandosi su un’analisi complessiva delle informazioni relative ai dati andamentali interni e a quelli reperibili dalla Centrale dei Rischi, alle quali si sommano precisi indicatori di bilancio. Alla luce degli indicatori di crisi indicati nei mesi scorsi dal CNDCEC, risulta chiaro anche il ruolo chiave dei commercialisti e dei contabili, profondi conoscitori dei dati interni delle imprese.

La missione delle banche è infatti resa particolarmente difficoltosa dal processo di comunicazione tipicamente frammentario che si mette in atto con gli imprenditori, i quali forniscono informazioni spesso incomplete e tardive. Agli indicatori di bilancio e alle altre informazioni si somma poi un ulteriore dato, che gli istituti non possono certamente trascurare: si parla di segnalazione e convocazione all’Ocri dell’impresa.

Attualmente non è facile stimare con precisione quale sarà il numero complessivo delle aziende che potranno essere segnalate all’organismo di composizione della crisi d’impresa; è però certo che, nel momento in cui la banca dovesse venire a conoscenza dell’avvenuta convocazione, laddove non già effettuato in precedenza, dovrà essere attuato il passaggio del credito allo stage due. Su questo non ci dovrebbero essere dubbi, in quanto la stessa segnalazione all’Ocri deve essere effettuata sulla base di fondati indizi di crisi. In tale evenienza, le banche non possono che spostare il credito verso delle filiere di gestione autonome rispetto a quelle relative allo stage uno, sforzandosi parallelamente di ridurre l’esposizione, nonché di individuare maggiori informazioni sulla reale situazione dell’impresa.

Il ruolo del commercialista nei confronti di imprenditore e banca

Il commercialista ha e avrà un ruolo centrale nella gestione della crisi d’impresa, sia nei confronti dell’imprenditore, sia, di riflesso, nei confronti del sistema bancario. In quanto primo ed essenziale interlocutore dell’impresa, il commercialista ha il compito di incentivare il cambio di mentalità, accompagnando l’imprenditore verso i nuovi obblighi e verso le nuove responsabilità, ma soprattutto verso una migliore gestione aziendale.

I ruoli effettivi che il commercialista è chiamato a svolgere in questa modalità di gestione della crisi di impresa, insieme alle sue competenze peculiari nel valutare i relativi indicatori aziendali, lo portano a divenire protagonista di questo nuovo corso.

Affinché i professionisti contabili possano assolvere ai propri compiti in modo efficace e sicuro, però, si rende necessario l’utilizzo di sistemi di controllo di gestione integrati, aggiornati in tempo reale per un’effettiva condivisione dei dati con l’impresa. Solo in questo modo i professionisti potranno effettivamente affiancare gli imprenditori nell’impostazione e nella gestione di un modello organizzativo che sia efficace e flessibile anche di fronte alle inevitabili criticità.


 

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