La sostenibilità non è più solo una questione etica o ambientale: è diventata un obbligo normativo e una leva strategica anche per le piccole e medie imprese (PMI).
L’introduzione della Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD) ha, infatti, dato il via a un cambio di passo non indifferente:
Dal 2024, l’obbligo di redigere un bilancio di sostenibilità secondo la CSRD parte per le grandi imprese. Ma il cambiamento coinvolgerà presto anche le PMI: dal 2026 per quelle quotate e, indirettamente, per tutte le altre inserite nelle filiere di grandi gruppi.
Ma cosa significa tutto questo per i commercialisti? Molto più di quanto, in realtà, si possa pensare. Chi svolge questa professione può diventare un partner importante per le PMI che intraprendono tale percorso. Scopriamo come in questo articolo.
CSRD ed ESG: cosa cambia per le PMI
La CSRD estende l’obbligo di rendicontazione di sostenibilità a molte più aziende rispetto al passato. Entro il 2026, anche le PMI quotate e, in prospettiva, quelle non quotate, ma inserite nelle catene del valore di grandi gruppi, saranno chiamate a redigere un bilancio ESG.
Sebbene le PMI non siano ancora tutte soggette direttamente alla normativa, è già iniziato un processo di adeguamento guidato dal mercato: fornitori, clienti, istituti finanziari e stakeholder chiedono sempre più trasparenza su impatti ambientali, sociali e di governance.
In questo scenario, anticipare l’obbligo e redigere volontariamente un bilancio di sostenibilità diventa una scelta strategica. Ed è qui che entra in gioco il ruolo cruciale del commercialista.
Il ruolo del commercialista nella redazione del bilancio di sostenibilità
Il commercialista può supportare le PMI nell’adeguamento alla normativa CSRD, assicurando la corretta rendicontazione ESG e una piena compliance agli obblighi previsti, trasformando così la conformità normativa in un vantaggio competitivo.
Un’evoluzione che non è solo un adattamento alle nuove esigenze del mercato, ma una concreta opportunità per la propria professione. Il commercialista, infatti, può agire su più fronti:
- comprendere gli obblighi e i vantaggi della CSRD: il commercialista può aiutare le PMI a navigare nel complesso quadro normativo della CSRD e delle sue implicazioni indirette. In questo modo, riesce ad anticipare future richieste e a trasformare la conformità in un vantaggio competitivo. In questa sua versione consulenziale, il professionista può far capire alle PMI sue clienti che prepararsi per tempo significa essere un passo avanti rispetto alla concorrenza;
- valutare la situazione di partenza: il professionista può supportare le aziende clienti nell’analisi della propria impronta ESG, identificando punti di forza, debolezza e le aree di miglioramento. Ciò prevede la raccolta dati su consumi energetici, emissioni, politiche di gestione dei dipendenti, diversità, etica aziendale e molto altro. È una fase importante per stabilire un punto di partenza misurabile;
- redigere il bilancio di sostenibilità: il commercialista può guidare le PMI nella preparazione del bilancio di sostenibilità, documento che deve includere informazioni dettagliate su aspetti ambientali, sociali e di governance. Questo processo richiede non solo la raccolta e l’analisi dei dati, ma anche la loro corretta interpretazione e presentazione secondo standard riconosciuti.
Per il commercialista, offrire questi servizi significa non solo fidelizzare la clientela esistente, ma anche attrarne di nuova. Significa inoltre posizionarsi come un consulente al passo con i tempi, in grado di offrire risposte tangibili alle sfide del futuro. In questo modo, passa da un ruolo di “gestore delle attività passate” a quello di “costruttore del futuro” dell’azienda cliente.
Ma perché una piccola o media impresa dovrebbe avvalersi del supporto proprio di un commercialista? La risposta consiste nel fatto che le PMI, proprio per come sono organizzate e per i pochi dipendenti a loro disposizione, spesso non hanno al loro interno personale con competenze in merito alla sostenibilità e alla relativa normativa. Ed è proprio qui che si inserisce la figura del commercialista. Non si tratta, peraltro, di costruire un rapporto dall’inizio, ma di continuare, con le aziende già clienti, in una direzione già tracciata.
È un vantaggio concreto quindi sia per il professionista, sia per le PMI, che ne guadagnano in competitività e reputazione. Inoltre, grazie al bilancio di sostenibilità le piccole e medie imprese accedono più facilmente a finanziamenti agevolati e diventano più competitive nei confronti di clienti e partner internazionali.
L’importanza degli strumenti digitali per la rendicontazione ESG
Un altro aspetto da non sottovalutare è il supporto offerto dalla tecnologia. Oggi esistono piattaforme digitali pensate per semplificare la raccolta dati, automatizzare i calcoli e generare report ESG personalizzati.
Tali strumenti permettono al commercialista di:
- risparmiare tempo nella gestione operativa del bilancio;
- accedere a dashboard intuitive e dati aggiornati in tempo reale;
- garantire coerenza e conformità con gli standard europei;
- offrire un servizio professionale e scalabile anche a più clienti contemporaneamente.
L’integrazione tra consulenza professionale e soluzioni digitali rappresenta la chiave per affrontare con successo le sfide – e cogliere le opportunità – del nuovo scenario ESG.
Per i commercialisti che vogliono restare rilevanti e competitivi quindi investire in competenze di sostenibilità aziendale non è solo un’opportunità ma è una scelta strategica imprescindibile. Il futuro si costruisce oggi, insieme ai propri clienti.
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