Molte imprese, fin dalla primavera del 2020, si trovano ad affrontare nuove cruciali sfide. Per questo già nel marzo 2020 è stata avviata una speciale task force per supportare la liquidità, per arrivare così in aprile al Decreto Liquidità, e poco dopo, in settembre, alla messa a disposizione di ulteriori risorse finanziarie per le realtà italiane in difficoltà.

La situazione è però rimasta complicata per gli impedimenti dei singoli settori, per la crisi economica innescata dalla pandemia e anche per l’impatto psicologico che la stessa emergenza sanitaria ha creato.

E ora non stupisce il fatto di ritrovarsi ancora con imprese a rischio: recuperare l’azzeramento dei fatturati – a fronte del mantenimento delle spese fisse – per molti significa affrontare un percorso a ostacoli (e per di più in salita) in cui far fronte agli impegni finanziari è sempre più difficile. In questi casi basta davvero poco per minare l’equilibrio precario delle finanze aziendali: un pagamento in ritardo – o addirittura in forte ritardo – può essere sufficiente per mettere in crisi l’intera organizzazione.

Da qui, dunque, l’importanza dei servizi di cessione e recupero crediti, i quali però, come sappiamo, devono essere considerati come un’extrema ratio, e non certo come un’abitudine.

Il recupero crediti non è sempre la soluzione

Il principio è molto semplice: agire per ottenere il pagamento spettato da parte di un cliente moroso è vitale per l’impresa. In linea teorica è vantaggioso muoversi per riscuotere il pagamento anche quando si presenta ridotto, poiché a fronte di un servizio erogato o di un prodotto venduto il pagamento pattuito è dovuto. Ma attenzione: questo non significa che ci si possa sempre avvalere con successo del recupero crediti. Passando alla pratica, infatti, ci sono alcuni fattori da tenere ben presenti.

Nonostante quanto detto sopra, per esempio, sarebbe da evitare il recupero dei crediti nei casi in cui il loro importo sia effettivamente esiguo: in situazioni di questo tipo il denaro e il tempo necessari per agire sarebbero eccessivi, arrivando a soverchiare l’eventuale recupero. Il recupero crediti, da questo punto di vista, dovrebbe essere inteso come un investimento, da fare solo e unicamente quando i costi si presentano decisamente minori rispetto alle probabili entrate.

Oltre agli aspetti economici, tuttavia, esistono altri parametri che è bene prendere in considerazione. Al di là dell’entità della somma da intercettare, infatti, è necessario valutare anche la presenza di documenti scritti dal debitore che accertino l’esistenza del suo debito, nonché la presenza di beni di valore che il cliente-debitore temerebbe di perdere. E ancora, l’azione di recupero crediti potrebbe risultare infruttuosa avendo a che fare con un cliente alla cui porta è già presente una lunga fila di creditori, i quali hanno avviato il recupero in anticipo.

Tutto questo per dire che sì, il recupero dei crediti può essere la soluzione, ma non sempre: gli studi dovrebbero sempre aiutare le proprie imprese clienti a prevenire situazioni di questo genere. Ma come è possibile supportare le imprese in tal senso? Come aiutare le imprese a gestire il credito in modo migliore, e in generale a non affrontare crisi legate alla mancanza di liquidità?

Prevenire è meglio che curare: i vantaggi dell’anticipo fatture

Il primo step per evitare di ritrovarsi ad avere a che fare con clienti morosi è certamente quello di controllare chi siano realmente le proprie controparti commerciali, per ridurre a monte gli insoluti: mettere a disposizione delle aziende degli strumenti che le aiutino a identificare i rischi del proprio portafoglio clienti è quindi fondamentale. Va ancora meglio se tali sistemi risultano dotati di un sistema di allerta in caso di cambiamenti di stato (in presenza di nuovi bilanci, nuovi protesti e via dicendo).

Un altro strumento particolarmente utile per prevenire situazioni di questo tipo è poi quello di anticipo fatture: attraverso questo servizio è possibile presentare a degli investitori istituzionali una fattura emessa, non ancora incassata e non scaduta, per chiederne un anticipo. In questo modo sarà possibile avere liquidità immediata per buona parte della quota presente in fattura.

Tra le opzioni possibili, in particolare, l’anticipo della fattura attraverso la cessione pro soluto del credito rende la banca (o un altro tipo di investitore istituzionale) il titolare a tutti gli effetti della fattura, con notifica al debitore della cessione del credito. In questo modo, lo studio commercialista ha la possibilità di supportare i propri clienti offrendo un servizio per l’anticipo fatture di facile utilizzo e privo di commissioni nascoste, in modo da ridurre in modo concreto i rischi d’impresa e, allo stesso tempo, garantire maggiore sicurezza e flessibilità finanziaria.


 

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