ESG è un acronimo che negli ultimi anni è diventato via via sempre più centrale, per indicare con tre sole lettere tre criteri fondamentali per l’impresa: la E sta per environmental (ambientale) e fa riferimento all’impatto che il business nel suo complesso ha sull’ambiente; la S sta per social (sociale), e si riferisce all’impatto che l’impresa ha sulla società; infine, G sta per governance, a indicare la gestione e l’organizzazione.

Conoscere il significato di questo acronimo è il primo passaggio per capire cos’è e come deve essere realizzato il Bilancio di Sostenibilità ESG, che a partire dal 2024 è obbligatorio per una larga platea di aziende.

Cos’è il Bilancio di Sostenibilità ESG

Vediamo prima di tutto una definizione di Bilancio di Sostenibilità ESG: si tratta di un documento di rendicontazione aziendale che ha lo scopo di comunicare all’esterno le proprie performance ESG.

Sintetizzando quindi al massimo, nel Bilancio di Sostenibilità è necessario inserire le informazioni relative all’impatto ambientale della propria azienda, prendendo in considerazione l’utilizzo di risorse naturali, le emissioni stimate di gas a effetto serra, la gestione dei rifiuti quotidiani ed eccezionali; ma anche le informazioni sugli aspetti sociali, relativi perciò ai diritti dei lavoratori, all’equità di genere, alla misure intraprese per aumentare la sicurezza sul lavoro; nonché gli aspetti di governance, relativi per esempio al codice etico e alla trasparenza.

Detto questo, è bene sottolineare che non esistono attualmente degli standard unici per effettuare questa rendicontazione, e dunque per creare il Bilancio di Sostenibilità ESG della propria azienda; esistono però delle linee guida da seguire, per esempio quelle fissate da un istituto internazionale come il Global Reporting Initiative (GRI); e ancora, esistono due modalità differenti per sviluppare il report ESG aziendale, ovvero quella Core e quella Comprehensive, più ricca di informazioni per quanto concerne etica e integrità aziendali.

Quali imprese sono obbligate a comunicare il Bilancio di Sostenibilità?

I dati da prendere in considerazione per capire se si è obbligati o meno a redigere il Bilancio ESG aziendale nel 2024 sono quelli relativi al 2023.

È però necessario sottolineare che negli anni successivi ci saranno ulteriori ampliamenti dei soggetti interessati: a partire dal 2025, in relazione all’anno fiscale 2024, saranno soggette alla direttiva anche le imprese attualmente soggette alla NFRD (ovvero imprese quotate, banche e assicurazioni) che abbiano avuto in media durante l’esercizio finanziario un numero di dipendenti superiore a 500, e che abbiano superato alternativamente i 20 milioni di euro di stato patrimoniale o i 40 milioni di euro di ricavi netti.

Altri step sono programmati per il 2026, per il 2027 e per il 2029, per arrivare per esempio a coinvolgere anche le piccole e medie imprese quotate.

L’importanza del Bilancio di Sostenibilità

È chiaro quanto un Bilancio di Sostenibilità risulti importante per aumentare il livello di trasparenza e di responsabilità nel campo della sostenibilità, presentando ai diversi stakeholder tutto il necessario per valutare in modo completo e intuitivo le performance dell’impresa.

Tutto questo avviene in uno scenario in cui la sostenibilità aziendale non è più una scelta di pochi, quanto invece una necessità imperativa, non più prorogabile per le imprese che puntano al successo.

Chi si occupa di sostenibilità in azienda: l’ESG Manager

Non stupisce, per quanto visto sopra, che stiano aumentando all’interno delle imprese le figure dedicate in modo esclusivo alla sostenibilità aziendale. Profilo chiave nel campo della creazione del Bilancio di Sostenibilità ESG e in generale nella definizione delle strategie aziendali orientate alla sostenibilità è quello dell’ESG Manager, ma si parla anche del Corporate Social Responsibility Manager, dell’Analista di sostenibilità o dell’HSE Manager.

Va sottolineato che per redigere il Bilancio di Sostenibilità ESG non è obbligatorio poter vantare al proprio interno una di queste figure: sarà invece necessario poter contare su uno strumento gestionale che presenti in modo intuitivo i dati necessari, per seguire così comodamente le più quotate linee guida per la redazione del rendiconto.

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