Nell’ultimo decennio il ruolo del commercialista e del consulente del lavoro hanno conosciuto una rapida evoluzione. Si pensi al primo, per lungo tempo inteso e utilizzato come un erogatore di servizi standardizzati a cadenza mensile, oppure annuale. Come era possibile, del resto, guardare al commercialista in un altro modo? Si parlava pur sempre di un professionista che rispondeva a bisogni mirati ma ristretti, con l’esecuzione di adempimenti basilari di natura fiscale e contabile. Questo scenario è però cambiato, con il ruolo del commercialista che si evolve verso una professione più dinamica, capace di organizzare lo studio professionale in modo moderno, presentandosi come un consulente di più ampio respiro, che mette a disposizione dei propri clienti specializzazioni che vanno ben oltre i servizi basilari contabili e fiscali.

Il commercialista moderno è un consulente strategico, che si presenta sempre di più all’interno di studi associati e ad aggregati, al fianco per esempio degli stessi consulenti del lavoro. In questo scenario, il passo successivo consiste nell’ottimizzare l’organizzazione e l’efficienza dello studio, trasformando i dati a disposizione in informazioni essenziali per raggiungere il successo.

Come ottimizzare l’organizzazione di uno studio professionale

Uno studio professionale efficiente è un’organizzazione in cui alle competenze specialistiche dei professionisti – fiscali, contabili, legali e giuslavoriste – si sommano ulteriori capacità per la gestione ottimale del tempo e delle risorse a disposizione. Questo può fare la differenza sempre, ma può cambiare le carte in tavola soprattutto in periodi delicati come la stagione fiscale oppure come la chiusura dell’anno fiscale: in quei momenti affrontare in modo efficace e strategico scadenze e clienti è essenziale. Ma come si può ripensare l’organizzazione dello studio professionale partendo proprio da queste necessità? Tutto deve partire da un’analisi completa dei dati a disposizione, a cominciare per esempio dall’analisi del rapporto tra i costi e il valore generato da ciascun cliente, o per esempio tra i costi e il valore generato di ogni singolo collaboratore: una volta individuato il limite di marginalità minima, per lo studio sarà più facile individuare gli elementi positivi e quelli che invece stanno rallentando il business. Il fatto di rinunciare a dei clienti non sufficientemente remunerativi può infatti essere particolarmente prezioso per avere a disposizione tempo e risorse da assegnare a clienti più profittevoli per lo studio, oppure a nuove attività a maggior valore aggiunto.

Il controllo dello studio professionale attraverso una soluzione di Business Intelligence

Partendo dai presupposti visti sopra, ogni studio professionale che desidera fare lo step successivo per migliorare la propria organizzazione e il proprio livello di efficienza dovrebbe considerare l’implementazione di un gestionale semplice e intuitivo per avere sotto controllo ogni aspetto del proprio business. Diventa di conseguenza facile ottenere i giusti insights per raggiungere in modo rapido e diretto gli obiettivi dello studio, potendo contare su report relativi alla produttività del team, o su dei sistemi oggettivi per la verifica delle performance, o ancora, su degli strumenti che permettono di individuare le aree di miglioramento o di risparmiare tempo nella gestione delle diverse attività.

I migliori software di controllo di gestione e Business Intelligence per studi professionali mettono a disposizione delle dashboard intuitive aggiornate in tempo reale per il controllo delle attività, dei team e dei clienti, nonché delle scadenze. E va sottolineato che non si tratta per forza di soluzioni che abbisognano di installazioni o dell’acquisto di appositi hardware: le migliori soluzioni di controllo di gestione per studi professionali sono infatti sviluppate interamente sul web, così da essere accessibili semplicemente dal browser, a qualsiasi ora e da qualunque posizione.

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