Le regole per gestire la vaccinazione in azienda ed il ruolo fondamentale del consulente del lavoro nel supportare le imprese nella scelta degli strumenti per la gestione delle vaccinazioni più adeguati e a norma.

Continua la campagna vaccinale contro il Covid-19. Come è noto, dopo tre mesi di calo dei contagi, in luglio si è registrato un debole ma significativo aumento dei casi registrati, pur non corrispondente, perlomeno non fin da subito, a un incremento di ricoveri e di morti.

In ogni caso i dati continuano a dimostrare che i vaccini contro il Covid-19 costituiscono una difesa molto efficace, in particolar modo per le persone che hanno completato il ciclo vaccinale. L’Istituto Superiore di Sanità ci dice infatti che il vaccino è efficace all’80% del proteggere l’infezione, al 100% nel proteggere le categorie più giovani dalla terapia intensiva, e al 96,9% per le persone al di sopra degli 80 anni. In Italia si contano in ogni caso oltre 25 milioni di persone che hanno completato la vaccinazione, laddove invece più di 35 milioni di persone hanno ricevuto almeno la prima dose.

Come è noto, per incrementare l’efficacia e la velocità della campagna vaccinale, lo scorso 13 aprile è stato pubblicato il documento contenente tutte le indicazioni ad interim sull’attivazione dei punti vaccinali e su come effettuare le vaccinazioni nei luoghi di lavoro. Tale documento, elaborato dall’INAIL in collaborazione con il Governo e con la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, fornisce una base fondamentale anche e soprattutto per il consulente del lavoro, chiamato a regolamentare la vaccinazione in azienda.

Il ruolo del consulente del lavoro nella vaccinazione in azienda

La vaccinazione in azienda è un’attività del tutto eccezionale: non stupisce che i dubbi, le domande e le insicurezze siano all’ordine del giorno. Da qui la necessità per molte aziende di avere un supporto sicuro nel consulente del lavoro, che deve avere tutte le conoscenze e gli strumenti necessari per accompagnare l’azienda in modo sicuro anche in questo periodo delicato e del tutto straordinario.

Tra le domande che più spesso vengono rivolte ai consulenti c’è, ormai da settimane, quella relativa all’obbligatorietà del vaccino. Va quindi sottolineato che il vaccino, anche quello somministrato sul luogo di lavoro, rimane una scelta volontaria dei dipendenti, senza nessun tipo di obbligo. I soli lavoratori che hanno l’obbligo di vaccinazione per rimanere in servizio, così come stabilito con il Decreto Covid del 1° aprile, sono gli operatori sociosanitari.

Quali sono le regole principali per la vaccinazione in azienda? La Fondazione Studi Consulenti del Lavoro ha elaborato una guida completa in ogni passaggio, preziosa per le singole aziende come per i consulenti del lavoro. Fare riferimento a un documento simile è molto utile, partendo dal presupposto che le indicazioni da seguire provengono da diverse fonti: si parla infatti di quanto contenuto nel Protocollo Nazionale del 6 aprile, di quanto dichiarato dal Garante il 13 maggio con il Documento dedicato alla vaccinazione nei luoghi di lavoro, nonché delle regole emesse ad hoc dai Ministeri del Lavoro e delle Politiche Sociali e della Salute.

Le regole per la vaccinazione in azienda

I piani vaccinali possono essere attivati presso ogni luogo di lavoro corrispondente ai requisiti normativi presenti nella Circolare Interministeriale e delle linee di indirizzo regionali, nonché nelle strutture sanitarie private convenzionate o dell’INAIL.

Per procedere con le vaccinazioni il datore di lavoro è tenuto a:

  1. informare i lavoratori;
  2. raccogliere le adesioni volontarie;
  3. identificare gli spazi da assegnare a questa attività;
  4. garantire la sicurezza durante l’intero iter.

L’impresa è tenuta a programmare anche la somministrazione della seconda dose, con la registrazione che deve essere effettuata immediatamente dopo la somministrazione della prima, sfruttando il periodo di osservazione post-vaccinale della durata di 15 minuti. Bisogna peraltro evidenziare che è necessario prevedere la presenza in azienda di risorse in grado di gestire eventuali reazioni avverse a rapida insorgenza; i soggetti a rischio vanno in ogni caso indirizzati preventivamente all’azienda sanitaria competente.

Per quanto riguarda invece le risorse strumentali, l’azienda è tenuta a possedere gli adeguati strumenti per la gestione delle vaccinazioni, a partire da un software idoneo per la gestione delle vaccinazioni, per “la corretta e tempestiva registrazione delle vaccinazioni”. Anche in questo caso il consulente del lavoro svolge un ruolo importante perché può supportare le aziende nell’individuazione della soluzione più adeguata e a norma.

È poi obbligatorio poter contare su attrezzature e materiali medici in quantità e qualità idonee a garantire una somministrazione del vaccino assolutamente sicura e controllata.


 

Vuoi saperne di più sulle soluzioni digitali per la gestione delle vaccinazioni nei luoghi di lavoro?

Scopri il software ZVax HR