La riforma del codice della crisi di impresa arriva in un momento nel quale la maggior parte degli operatori sta prendendo lentamente confidenza con la portata innovatrice del codice e delle relative disposizioni, anche considerando il sempre più complesso quadro generale. 

Le ultime modifiche al dettato normativo prevedono alcune differenze rispetto al testo originario, tuttavia rimangono fedeli all’obiettivo centrale cui fa riferimento la logica di fondo, che ha ispirato il nuovo codice e cioè quella di rilevare tempestivamente lo stato di crisi e quindi mettere in atto le contromisure necessarie. 

Se da un lato la disciplina parla di obblighi differenti tra chi esercita l’attività in forma individuale e collettiva, il nuovo dettato normativo mette da parte il disegno originario del sistema di allerta a vantaggio delle nuove misure idonee, e gli adeguati assetti, che consentono una rilevazione pressoché automatica dello stato di crisi. 

La composizione negoziata

La fase successiva vedrà poi il delinearsi di un istituto, quello della composizione negoziata, richiedibile da parte degli imprenditori, che porterà ad esperire tutte quelle misure atte ad aiutare l’impresa in difficoltà. 

Siamo quindi di fronte ad una procedura bifasica, la prima parte consiste nell’adempimento rispetto agli obblighi di rilevazione tempestiva dello stato di crisi, la seconda introduce le pratiche per la gestione della crisi stessa. 

Il primo punto che l’imprenditore si troverà a dover gestire, e che potrebbe rimanere potenzialmente anche l’unico che dovrà affrontare, è l’adozione di misure idonee a rilevare tempestivamente lo stato di crisi per quanto riguarda l’attività di impresa svolta in forma individuale. 

Per l’imprenditore che svolge la propria attività in forma collettiva invece è prevista l’introduzione di un adeguato assetto organizzativo, contabile e amministrativo finalizzato ad intercettare i sintomi della crisi d’impresa e monitorare la continuità aziendale. 

Cosa può fare il professionista per l’impresa 

Si tratta quindi ora di capire come il professionista possa adempiere al dettato normativo nel modo più preciso e rapido possibile, affiancando l’impresa, con una modalità che garantisca l’immediatezza del dato e la massima fruibilità, consentita dall’attuale tecnologia che oggi abbiamo a disposizione. 

Le piattaforme più evolute infatti permettono, previo inserimento di pochi dati, di arrivare con estrema semplicità a verificare l’adeguatezza dell’assetto organizzativo, contabile e amministrativo al fine di intercettare i sintomi della crisi con un anticipo sufficiente a mettere in campo le contromisure necessarie. 

E questo procedimento è pienamente efficace sia in termini di rielaborazione e riclassificazione dei dati che di condivisione delle informazioni tra le parti coinvolte, dall’amministratore al responsabile contabile interno, dal consulente aziendale al team di studio: in questo modo si otterrà un monitoraggio costante e concreto dello stato di salute dell’impresa. 

L’importanza di un intervento tempestivo

La partita quindi si gioca nella prima fase perché è lì dove si hanno ancora i margini di manovra per riuscire a mantenere la barra a dritta e quindi gli strumenti di programmazione per la definizione di un budget previsionale diverranno sempre più fondamentali per massimizzare il proprio vantaggio nell’adempiere alla nuova disciplina. 

Perché se è vero che di un ulteriore obbligo si tratta, e questo impatta sulle imprese in un momento particolarmente complesso, ciò non deve distogliere dai risvolti positivi che derivano da un adempimento rispettoso e conforme alla normativa. 

L’obiettivo rimane sempre quello di affiancare l’impresa per mantenerla competitiva rispetto alle evoluzioni del mercato, in questo caso quello che poteva sembrare solo un ulteriore adempimento ha in sé quelle caratteristiche necessarie ad imprimere una spinta positiva alla gestione aziendale ed il professionista potrà giocare un ruolo chiave nell’implementazione di questo processo virtuoso. 

In questo modo l’impresa sarà pronta ad affrontare anche le acque più agitate. 

Fluctuat nec mergitur (Ondeggia e non affonda) 

Motto ufficiale della città di Parigi dal 1853, parte integrante dello stemma della città


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