Le prime settimane dell’anno, per i consulenti del lavoro, non rappresentano mai un periodo facile da affrontare. È infatti alla fine di gennaio che si avvia l’applicazione alle buste paga delle novità introdotte nell’anno precedente.

E, come è noto, durante il 2021 sono stati riformulati diversi aspetti in questo campo, con un mutamento che non è del tutto scorretto definire come una piccola ma rilevante rivoluzione. Come hanno sottolineato diversi commentatori, del resto, gli effettivi esiti dei cambiamenti in corso a partire dalla riforma fiscale sono ancora tutti da verificare.

Quel che è certo è che i consulenti del lavoro hanno già avuto un bel po’ di lavoro da fare in gennaio per via delle nuove disposizioni che sono andate a mutare gli scaglioni e le aliquote Irpef, nonché le modalità di calcolo delle detrazioni relative al reddito da lavoro dipendente, alle pensioni e a tutto il corpus di redditi che risultano assimilabili ai redditi da lavoro dipendente.

I lavoratori si sono così trovati tra le mani delle buste paga effettivamente diverse, con mutamenti sensibilmente positivi per chi vanta un reddito medio o medio alto; i consulenti, da parte loro, hanno dovuto affrontare un ulteriore mole di lavoro.

Le novità, però, sono come è noto tutt’altro che terminate: le riforme messe a punto l’anno scorso riservano delle trasformazioni anche per marzo, mese in cui entrerà in gioco l’Assegno unico universale familiare, già abbreviato in Auuf.

Cosa comporta l’introduzione dell’Auuf a partire da marzo 2022

Il consulente del lavoro, a partire da marzo 2022, è chiamato a dimenticare buona parte delle proprie conoscenze relative alla materia degli assegni familiari.

Da una parte, infatti, questi non verranno più erogati direttamente in busta paga dal datore di lavoro; dall’altra, inoltre, c’è la conseguente cancellazione delle detrazioni fiscali per i figli a carico, abrogazione che va a chiudere il cerchio della riforma. Il cambiamento non è da poco, in particolar modo per i lavoratori con diversi figli minori a carico.

Non è difficile immaginare quello che succederà nelle prossime settimane, con i lavoratori con minori a carico che si troveranno a ricevere degli stipendi decisamente più leggeri rispetto a quelli percepiti nei mesi precedenti.

La riforma prevede infatti che l‘Assegno unico universale familiare, anziché essere versato in busta paga, sia corrisposto in sede separata dall’Inps.

Il consulente al supporto dei lavoratori in un passaggio delicato

Il primo e fondamentale ruolo del consulente del lavoro in questo frangente deve essere quello di supportare e assistere sia le aziende che i lavoratori, sapendo che devono essere questi ultimi a richiedere in modo autonomo l’Auuf.

La normativa, in sintesi, prevede infatti che chi non presenta l’Isee – per dimenticanza o per il fatto di avere un reddito al di sopra della soglia fissata – riceva 50 euro per ogni figlio minore a carico. Sta quindi al lavoratore richiedere l’Isee per ricevere quanto dovuto dall’INPS, in base alle effettive condizioni patrimoniali familiari.

Il secondo compito del consulente del lavoro è quindi quello di proporre delle soluzioni pratiche per gestire nel migliore dei modi il cambiamento, offrendo una consulenza di valore aggiunto al fianco del servizio di elaborazione buste paghe.  


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