Per consuetudine, per sicurezza, per inerzia e spesso anche per pigrizia.
In molti casi la tendenza tipica dell’essere umano è quella di ripetere azioni e schemi per abitudine, senza dunque mettere piede al di fuori della propria zona di comfort.

Il problema, però, è che la zona di comfort può presto trasformarsi in una trappola, condannando all’immobilismo, e quindi all’impossibilità di crescere. Senza cambiamento, infatti, non ci può essere miglioramento. E il cambiamento diventa tanto più importante nel momento in cui intorno a noi il mondo muta velocemente.

Spesso la propensione alla ripetizione è insita nel carattere: sottende una sorta di nostalgia (di “prevalenza del sentimento”) o pigrizia dell’indole, o non robusta forza di volontà, o di insicurezza sulle proprie capacità.

Dietro ad ogni abitudine c’è la paura di perdere il controllo, di sbagliare, di non essere all’altezza, di non poter gestire le novità. L’abitudine da una parte favorisce l’adattamento, ma dall’altra fa venire meno la possibilità di nuove opportunità e dunque di evoluzione e miglioramento.

Lasciarsi alle spalle la paura di cambiare per adattarsi e crescere

Un efficace esempio per capire quanto possa essere negativo affidarsi alla mera ripetizione delle stesse azioni e dei medesimi processi può essere quello del Karate.

In quella disciplina la ripetizione costante di figure e di posizioni è un elemento fondamentale e ineliminabile, ed è anzi un traguardo al quale l’atleta deve puntare.

Ma il successo non sta nella ripetizione delle figure codificate, quanto invece nella capacità di superarle, evolvendosi attraverso una ricerca continua – anche interiore – per raggiungere nuovi traguardi, nonché per distinguersi dall’avversario.

Per cambiamento non si intende improvvisazione, ma pianificazione strategica per obiettivi.

Abitudini da cambiare: 8 nuovi obiettivi

Capacità di reazione

La trasformazione è continua, e lo studio deve assumere una mentalità sufficientemente elastica per riuscire ad anticipare e ad assorbire anche i colpi e gli assestamenti ancora da venire, reagendo con il necessario dinamismo.

Guardarsi attorno

Vale a dire assumere la consapevolezza che si può continuare a imparare, proprio guardando le altre realtà. Lo Studio professionale è chiamato sempre di più ad assumere comportamenti di grande apertura e autocritica, per crescere, soprattutto in un’epoca in cui le trasformazioni sono veloci e improvvise.

Comporre un nuovo paradigma

È con la visione d’insieme che si può avere un cambiamento incisivo.
Potrebbe non bastare modificare un solo fattore nella conduzione dello studio professionale e nel rapporto con i clienti.

Sono molti gli elementi che richiedono un ripensamento: dal modello di lavoro (smart working) alla tipologia di business (che va oltre il contenimento dei costi), dalla varietà di servizi da proporre alla loro modalità di erogazione, dall’organizzazione agile dello Studio in possibili fasi di emergenza al suo efficientamento consolidato.

Riscoprire la collaborazione

Accogliere il punto di vista degli altri è uno dei cambiamenti più difficili. Stiamo dicendo di accoglierlo concretamente nella pratica cioè ponendo in atto azioni che mai, senza un reale scambio, avremmo compiuto.

Collaborare è riconoscere la presenza altrui come arricchimento e possibilità di partecipare a un progetto comune di maggior respiro rispetto a quello che realizzerebbe il singolo.

Collaborare non solo con gli associati e i collaboratori dello Studio, ma con i clienti stessi, con i partner tecnologici: riconoscendo a ognuno la propria voce e la specifica competenza.

Non smettere di formare

La condivisione delle informazioni e una preparazione adeguata, rendono il collaboratore un elemento indispensabile.

Quindi la formazione non deve mai fermarsi. Gli strumenti ci sono: le lezioni in aula sono state sostituite dall’aggiornamento on line, che ha il vantaggio di essere fruibile, tramite le registrazioni, in ogni momento e da più persone.

Un team preparato e adeguatamente formato diventa più consapevole delle responsabilità, perché può credere nelle proprie qualità.

Intercettare i cambiamenti

Cogliere i segnali di cambiamento è fondamentale per non esserne travolti. In questa fase, in particolare, è importantissimo riuscire a capire quanto le trasformazioni dovute all’emergenza resteranno tali e quante invece saranno destinate a scomparire 

Apertura a Tecnologia e Innovazione

L’apertura è un’attitudine indispensabile: tecnologia significa raggiungimento della qualità del lavoro.

Elasticità

Significa prima di tutto capacità di assorbire i colpi, per poi reagire con forza e dinamismo, per arrivare a benessere e gratificazioni.


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