L’internazionalizzazione delle imprese rappresenta ormai una tappa cruciale per molte attività. È infatti sempre più frequente imbattersi in aziende che ambiscono a espandere il proprio business oltre i confini nazionali. A spingere gli imprenditori in questa direzione sono diversi fattori.
Le imprese che individuano nuovi mercati aumentano sensibilmente i ricavi, normalmente migliorano la liquidità, riducono il rischio di contrazioni dovute a contingenze negative locali, riescono a sfruttare maggiormente i vantaggi delle economie di scala e accrescono la loro competitività globale.
Inoltre, l’internazionalizzazione consente alle imprese di sfruttare le competenze e le risorse specifiche di altri paesi, migliorando la propria capacità innovativa e produttiva.
Valutazione degli aspetti culturali
Un aspetto di importanza fondamentale da considerare quando ci si espande all’estero è la comprensione delle differenze culturali del paese ospitante. Ogni mercato ha le proprie peculiarità culturali che influenzano i comportamenti di consumo, le preferenze dei clienti e le dinamiche lavorative.
C’è un episodio emblematico raccontatomi qualche anno fa, che ricordo sempre con stupore. Un professionista di nostra conoscenza aveva accompagnato in Giappone un noto imprenditore italiano del settore delle calzature. L’incontro era programmato con lo scopo di stringere rapporti commerciali con una grande catena di distribuzione di calzature locale. Dopo i primi convenevoli l’imprenditore italiano fece il gesto di porgere il proprio biglietto da visita ai potenziali partner lanciandolo sul tavolo e facendolo roteare verso di loro. Quel gesto, sul quale nessuno si sarebbe formalizzato né in Italia, né nel resto d’Europa, bastò a far alzare indignato l’imprenditore giapponese con il quale non ebbero più modo di stabilire ulteriori contatti.
È evidente, dunque che questi aspetti vanno curati nei minimi dettagli e per farlo occorre affidarsi a persone esperte che abbiano maturato adeguata sensibilità verso entrambi i paesi coinvolti. Anche la comunicazione aziendale deve essere adattata per rispecchiare le sensibilità locali, e le strategie di marketing devono essere calibrate per risultare efficaci nel contesto culturale specifico. Una scarsa comprensione di questi aspetti può portare a fraintendimenti e insuccessi commerciali.
Conoscenza degli aspetti fiscali e della gestione contrattuale
Un’altra area critica è la conoscenza delle normative fiscali e delle leggi contrattuali del paese in cui si intende operare. Le imprese devono essere consapevoli delle differenze nei regimi fiscali, che possono avere un impatto significativo sui costi operativi e sulla redditività. È essenziale avere una strategia fiscale efficace che minimizzi i rischi di doppia imposizione e ottimizzi il carico fiscale complessivo. Allo stesso tempo, la gestione dei contratti deve essere attenta e conforme alle leggi locali per evitare controversie legali e garantire la protezione degli interessi aziendali.
Gli studi professionali italiani in questo senso stanno crescendo e i commercialisti rappresentano sempre di più un alleato delle imprese, mettendo a disposizione gli strumenti giusti per lo sviluppo del business. Esistono realtà specializzate in fiscalità internazionale che allargano sempre di più le loro partnership agli studi più tradizionali. Questi professionisti hanno coltivato nel tempo relazioni con diverse figure chiave residenti nei territori di cui si occupano e spesso sono specializzati in aree determinate (Medio Oriente, paesi dell’Est, paesi arabi, Stati Uniti, Sudamerica, Sud Africa, e via dicendo) in specifiche nazioni come Cina, USA, Giappone, Russia che costituiscono grandi mercati a sé stanti.
Sostegno dagli Stati e dalla Comunità Europea
Gli stati e la Comunità Europea offrono numerosi programmi di supporto per favorire l’internazionalizzazione delle imprese. Questi includono incentivi fiscali, finanziamenti agevolati, consulenze specialistiche e programmi di formazione. Tali iniziative mirano a ridurre le barriere all’ingresso nei mercati esteri e a supportare le imprese nel loro percorso di crescita internazionale.
Le imprese dovrebbero essere proattive nel ricercare e sfruttare queste opportunità per massimizzare le possibilità di successo ma la verità è che il professionista interessato, per la maggior parte delle PMI, rimane l’unica speranza per poter muovere i primi passi in modo consapevole e senza rischiare di rimanere impantanati già alle prime difficoltà.
Necessità di Digitalizzazione
Un ruolo altrettanto importante lo riveste il partner tecnologico dal quale si sceglie di farsi accompagnare nell’avventura di internazionalizzazione della propria impresa.
La digitalizzazione è infatti un elemento chiave per gestire efficacemente l’espansione internazionale. L’emissione e lo scambio di documenti digitali, l’organizzazione del lavoro tramite strumenti digitali e la tracciabilità dei prodotti sono fondamentali per operare su scala globale.
La gestione delle risorse umane diventa più complessa con la presenza di sedi internazionali, richiedendo sistemi avanzati per il coordinamento e la reportistica. La business intelligence, basata sull’analisi dei dati provenienti dalle varie sedi, è indispensabile per prendere decisioni informate e strategiche.
Affidarsi ai giusti professionisti
Quando un’impresa presenta le potenzialità per abbracciare mercati esteri è utile iniziare a creare una indagine sulle possibili opportunità, ad esempio con specifici report sulle imprese che operano all’estero.
Inoltre, affidarsi a un professionista informato, curioso, tecnologicamente preparato e che sappia suggerire strategie di miglioramento continuo e non solo compliance fiscale, diventa una scelta fondamentale e quasi obbligatoria per le imprese e PMI che vogliono compiere il grande passo verso l’internazionalizzazione.
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