Da decenni le aziende dei più diversi settori possono ottenere delle certificazioni che attestino l’elevata qualità dei propri processi. Si pensi alla ISO 14001, relativa ai ridotti impatti ambientali, alla ISO 45001, per la sicurezza sul luogo di lavoro, o ancora, alla ISO 9001, relativa alla gestione della qualità.

Nessuna certificazione di qualità era però stata predisposta dall’UNI, l’ente italiano che si occupa della normazione tecnica, per quanto riguarda gli studi legali e commercialisti. Fino ad ora: è infatti stata pubblicata con sigla UNI 11871 la prima certificazione di qualità per gli studi professionali, grazie all’impegno dell’ASLA – Associazione Studi Legali Associati.

La certificazione UNI 11871 per gli studi professionali

La certificazione di qualità UNI per gli studi professionali è stata denominata “Principi organizzativi e gestione dei rischi connessi all’esercizio della professione per la creazione e protezione del valore”, ed è indirizzata come anticipato agli studi professionali di Dottori Commercialisti e di Avvocati, a prescindere dalla precisa forma organizzativa.

L’obiettivo è quello di migliorare l’organizzazione degli studi, proponendo a tale fine un corpus di prassi e di tecniche validate nel tempo per rendere più efficienti i rapporti con la clientela, la promozione dell’attività e dei talenti, la gestione sostenibile e via dicendo.

L’iter che ha portato alla definizione della certificazione UNI 11871 è iniziato ufficialmente nel 2017, quando ASLA ha proposto all’UNI di emanare una prassi dedicata agli studi professionali. Sono quindi seguiti 5 anni di sperimentazione, rispettando la procedura standard per questi processi, per poi arrivare nel 2022 all’emanazione della norma, già presentata in un convegno presso la Cassa forense.

Un’attenzione particolare alla sostenibilità, da tre punti di vista

Sono tanti i temi che vengono trattati nella cinquantina di pagine che compongono la norma UNI 11871, proponendo di fatto agli studi una check list da seguire per migliorare il funzionamento della propria organizzazione.

Molta importanza è stata riconosciuta al tema della sostenibilità, declinata in tutela della sfera lavorativa, dell’intervento sociale e dell’ambiente. In quest’ultimo caso molta attenzione è stata dedicata ai processi di dematerializzazione e digitalizzazione degli studi professionali, nonché all’utilizzo preferenziale di fonti energetiche rinnovabili.

Non va inoltre trascurata la presenza di buone prassi per la gestione dello smart working, per rendere il lavoro da remoto premiante per lo studio come per i collaboratori.

Come ottenere la certificazione di qualità per studi commercialisti e legali

Ottenere la certificazione, oltre ai vantaggi di seguire delle buone prassi già validate nel tempo, permetterà agli studi di avere una marcia in più nel presentarsi all’accesso di bandi pubblici e selezioni da parte di aziende private.

Non va poi trascurata la possibilità di poter ottenere premi assicurativi minori, come accade per altre certificazioni di questo tipo. Gli step da compiere per ottenere la certificazione 11871 sono semplici: è per prima cosa necessario studiare il testo preparato dall’UNI e procedere alla sua attuazione, per poi richiedere la certificazione vera e propria, passaggio che sarà possibile a partire dal 2023 con l’avvio degli accreditamenti da parte di Accredia per i certificatori.


È sufficiente accedere alle prassi stilate da UNI per rendersi conto quanto l’organizzazione dello studio e l’ottimizzazione dei flussi di lavoro siano passaggi imprescindibili e propedeutici per elevare la dimensione del professionista e la qualità dei suoi servizi. Poter contare su software per la conservazione digitale e per l’organizzazione dello studio permette di passare a un livello successivo, dedicando maggiori energie a servizi di consulenza ad alto valore aggiunto.  


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