Tramite innovative app è possibile monitorare lo stato di salute dei collaboratori e prevenire il rischio di contagio in studio, tutelando la salute e la continuità dei servizi offerti.
Nelle ultime settimane sono aumentate le aziende che hanno avviato il rientro dei dipendenti, anche e soprattutto in forme parziali. Al classico rientro dei lavoratori dopo le ferie estive, quest’anno il ritorno in azienda è stato decisamente differente, dopo i mesi di smart working forzato a partire dal periodo di lockdown.
Ma i dati relativi al contagio, che a partire dai primi giorni di ottobre sono tornati a essere allarmanti, dimostrano ancora una volta che il ritorno in azienda deve fare i conti con le più rigide misure di contenimento, a partire dalle cruciali raccomandazioni per imprese e lavoratori contenute nel protocollo tra Governo, sindacati e imprese firmato il 14 marzo e via via aggiornato con integrazioni e linee guida. Con l’aumento dei contagi le norme sono andate inasprendosi, con una nuova estensione dell’obbligo di indossare la mascherina, che si somma al distanziamento delle scrivanie, alla sanificazione periodica dei locali e via dicendo.
Se già a settembre aleggiava la necessità da parte dei professionisti di rivedere le policy sulla salute e sulla sicurezza dei dipendenti, il nuovo scenario rende questo aggiornamento quasi obbligatorio, a partire dalle pratiche per il monitoraggio quotidiano dello stato di salute dei lavoratori e del potenziale rischio sanitario.
Le policy da aggiornare negli studi professionali
A inizio settembre le indicazioni erano di richiedere ai dipendenti se avessero trascorso le vacanze estive in Paesi classificati a rischio, inseriti nell’apposita lista curata dal ministero degli Esteri, per provvedere eventualmente alla richiesta di un tampone. Questo è stato solo il primo dei tanti nuovi accorgimenti nel processo di revisione della policy degli studi professionali per un rientro sicuro in ufficio.
Per garantire un aumento della sicurezza all’interno degli spazi di lavoro è possibile dare il via alla mappatura degli spostamenti casa-lavoro dei collaboratori, processo che si prospetta piuttosto veloce nel caso di studi professionali di dimensioni ridotte. Una volta raccolti i dati relativi a tutti i dipendenti si saprà tra le altre cose quali sono i collaboratori che sono costretti a utilizzare maggiormente i mezzi pubblici; sarà così facile capire a chi dare la priorità nell’assegnazione di ulteriori periodi in smart working.
Lo sforzo maggiore per quanto riguarda il rinnovo delle policy sulla salute e sulla sicurezza dei dipendenti è indubbiamente quello di concentrarsi sulla prevenzione del rischio e sull’effettivo monitoraggio degli ingressi, in modo da mantenere per quanto possibile il virus al di fuori del luogo di lavoro.
Le app per l’autodichiarazione dello stato di salute dei lavoratori
Lo studio commissionato dal Ministero della Salute per la formulazione del nuovo Dpcm non lascia spazio a molti dubbi: come sottolineano gli esperti «i luoghi di lavoro si sono dimostrati fin dalla fase acuta un importante serbatoio di infezioni, non solo in ambienti a rischio specifico, come quello sanitario» e «la ripresa delle attività lavorative in presenza, anche se in percentuali variabili a seconda dei settori, potrebbe contribuire alla attivazione di ulteriori focolai epidemici».
Il distanziamento e il quotidiano monitoraggio dello stato di salute dei dipendenti restano centrali, in un contesto in cui abbassare la guardia significa andare incontro a grandi criticità.
La tecnologia arriva ancora una volta in soccorso degli studi professionali, in particolar modo per quanto riguarda l’autodichiarazione dello stato di salute del lavoratore. Attraverso apposite e innovative app, infatti, è possibile aumentare la prevenzione, monitorando lo stato di salute del personale prima che abbia accesso allo studio. Il collaboratore di studio potrà compilare, comodamente da mobile, la propria autodichiarazione sullo stato di salute attraverso un veloce questionario di poche domande, e ricevere un feedback sulla sua idoneità.
Grazie a queste semplici e innovative applicazioni mobile, che richiedono un impegno di pochi secondi al giorno, è possibile prevenire il rischio di contagio sul luogo di lavoro, salvaguardare la salute del personale di studio e dei clienti. Una prevenzione attiva che responsabilizza il personale di studio e assicura la continuità del servizio di consulenza, che in questi mesi ha rappresentato un supporto fondamentale per le aziende.
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