Anche nel 2023 il welfare aziendale sarà in grado di contribuire all’innovazione dei modelli di servizio, grazie alla vicinanza delle imprese alle famiglie e alla loro capacità di interpretarne i bisogni offrendo soluzioni puntuali e diffuse.

Come si è chiuso il 2022?

Il 2022 si concluso con numerose novità legate ai fringe benefit.

In particolare, ricordiamo, l’innalzamento del limite di esenzione fiscale da 258,23 a 3.000 euro dei cosiddetti “fringe benefit” aziendali ordinariamente imponibili. Si trattava di una misura di welfare aziendale volta ad incrementare gli stipendi dei lavoratori, attraverso il rimborso anche delle utenze domestiche (acqua, luce e gas), al fine di concedere alle aziende uno strumento, non gravato da oneri aggiuntivi, utile ad attenuare, per i propri dipendenti, l’incremento dei costi energetici.

Come è iniziato il 2023?

Dal 1° gennaio 2023 il famoso tetto dei 3000 euro torna alle origini, ovvero ai 258,23 euro.

La Legge di Bilancio, inoltre, non tratta il capitolo welfare, concluso invece in modo positivo nell’anno 2022.

La scelta crea perplessità, considerando che il welfare aziendale è l’istituto della gestione del personale che è costantemente cresciuto negli ultimi anni.

Ci si aspettava forse anche una maggiore attenzione al capitolo relativo agli interessi passivi dei mutui, alla mobilità sociale ecc.

Per questo tipo di interventi occorrerà attendere altri provvedimenti, la conversione in legge del Decreto Milleproroghe o un eventuale nuovo Decreto Aiuti, che nel corso del 2023 il legislatore potrebbe emanare.

Tuttavia il welfare aziendale è in continua crescita, seppur in presenza di nuove difficoltà dopo quelle della pandemia da covid-19, provocate dalla crisi energetica e dallo shock inflattivo, che causano pesanti conseguenze economiche e sociali, mettendo a rischio la stabilità delle imprese e impoverendo ulteriormente le famiglie.

Sempre più aziende, infatti, decidono di inserire piani di welfare aziendale, con un sempre crescente accesso delle micro e piccole aziende verso i piani di welfare.

Un dato molto positivo, quest’ultimo, poiché denota una maggiore consapevolezza da parte degli imprenditori delle micro e piccole aziende verso la tematica welfare. Consapevolezza derivata da una maggiore comprensione e attenzione verso i bisogni dei dipendenti, permettendo loro di aumentare il potere di acquisto della busta paga.

Il welfare Index PMI, giunto oramai alla settima edizione, conferma questa tendenza oltre a sottolineare quanto il welfare aziendale sia in grado di contribuire all’innovazione dei modelli di servizio in tutte le aree del welfare, dalla sanità all’assistenza, dall’istruzione alle politiche per il lavoro e all’inclusione sociale.

Il Welfare Index PMI 2022

Il rapporto mette comunque in luce la costante crescita da parte delle PMI al welfare aziendale evidenziando le aree tematiche nelle quali i piani welfare adottati hanno avuto un incremento. Si tratta in particolare delle seguenti: la previdenza e la protezione, la salute e l’assistenza, la conciliazione vita e lavoro e il sostegno per l’eduzione e la cultura.

Ricadono nell’area della previdenza e della protezione i contributi aggiuntivi che l’azienda versa ai fondi di previdenza complementare, così come le polizze infortuni/invalidità attivate dal datore di lavoro.

Seppur in numero esiguo vi sono le assicurazioni per caso morte e le polizze per i viaggi dei dipendenti all’estero, per l’abitazione oppure per il rischio di non autosufficienza che il datore di lavoro decide di attivare a favore dei lavoratori (c.d. LTC long term care).

Benefit di area salute

L’area salute e assistenza include in via generale la sanità integrativa. Quindi non solo il versamento di contributi ai fondi di categoria o ai fondi aperti. In questa voce ricadono anche le prestazioni legate al covid-19 sostenute dal datore di lavoro (es: tamponi, vaccini, ecc.), ed i check up, così come le convenzioni con gli ambulatori medici o gli studi dentistici a cui i dipendenti possono accedere per fruire delle prestazioni sanitarie. L’area è molto vasta perché include anche i servizi socio sanitari (si pensi ai centri di recupero, di assistenza, di psicologia o riabilitazione), lo sportello medico aziendale, ed i servizi di prevenzione (esap-test, visita senologica, ecc.).

Benefit per la conciliazione dei tempi di vita

Anche i benefit ricadenti nell’area dedicata alla conciliazione tempi di vita e di lavoro sono in continua crescita. Si tratta non solo della maggiore flessibilità oraria concessa dal datore di lavoro oltre quella contrattuale, ma anche dell’autorizzazione a svolgere l’attività in smart working e comunque a distanza.

Benefit maternità/paternità

L’area ricomprende anche permessi aggiuntivi retribuiti per maternità/paternità, il disbrigo di pratiche burocratiche e pagamenti, il trasporto aziendale o le convenzioni con i servizi di trasporto locale, così come i servizi aziendali per i figli dei dipendenti (es: scuole materne, centri gioco, dopo scuola e baby sitter).

Benefit per l’educazione, la cultura e il tempo libero

Infine non va dimenticata l’area del sostegno all’educazione e alla cultura/tempo libero che comprende non solo il rimborso delle rette degli asili nido, della scuola di ogni ordine e grado e dell’università, ma anche il rimborso dei libri di testo, del materiale didattico, del trasporto scolastico e della mensa scolastica.

In quest’ambito vengono ricompresi anche i sostegni alla cultura e al tempo libero. Quindi le convenzioni con palestre e centri sportivi, le iniziative aziendali culturali e non, i viaggi, i soggiorni e le esperienze ricreative oppure il sostegno economico per la frequenza dei centri estivi e invernali per i familiari del dipendente, gli abbonamenti a cinema e teatro e il sostegno alla formazione extraprofessionale (corsi di musica, teatro, fotografia, ecc.).

Welfare aziendale in continua crescita

Il welfare aziendale continua a crescere anche attraverso la conversione dei premi di risultato detassabili: oltre il 68% delle PMI italiane supera il livello base. Non solo le grandi aziende, anche le microimprese puntano sul welfare: aumentate dal 7,7% del 2017 al 15,1% del 2022

Il welfare aziendale è un fattore strategico per le imprese poiché:

  • Rappresenta una chiave importante per interpretare in modo efficace i nuovi bisogni di imprese e lavoratori;
  • Aumenta la produttività e il fatturato
  • Permette di ottenere benefici fiscali e contributivi
  • Aumenta il potere economico dei lavoratori
  • Migliora il benessere aziendale e psicologico dei lavoratori

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