Quali sono le priorità degli studi professionali in termine di specializzazione delle competenze e di digitalizzazione? Quali sono i principali obiettivi di sviluppo? La prima edizione dell’Osservatorio Professionisti Zucchetti si è proposta di rispondere a queste domande, prendendo in esame un campione composto da 966 studi professionali.

Sono stati presi in considerazione studi specializzati in contabilità, in paghe e personale nonché studi misti, di qualsiasi dimensione, da realtà con meno di 5 collaboratori (66% del campione) fino a studi con oltre 20 collaboratori (2% del campione).

L’indagine si è concentrata su tre aree, ovvero su Analisi e Consulenza, Formazione e Aggiornamento e Organizzazione di Studio; in questo articolo vedremo nello specifico i dati raccolti nella prima area, Analisi e Consulenza.

La centralità dell’attività di consulenza

Negli ultimi anni l’attività del professionista si è evoluta, a favore di una più consistente attività di consulenza alle imprese, seguendo un ripensamento su larga scala reso necessario prima dalla digital disruption della Pubblica Amministrazione che ha imposto agli studi l’adozione di soluzioni tecnologiche per gestire i nuovi adempimenti, e successivamente dall’emergenza sanitaria che come ben sappiamo ha modificato interi processi lavorativi e comunicativi.

L’attività di consulenza strategica dunque è diventata centrale per gran parte degli studi, i quali hanno dichiarato – nel 60% dei casi – di offrire servizi aggiuntivi rispetto a quelli distintivi della professione. Il 19% peraltro spiega che più del 20% del fatturato risulta proprio da quelle attività. Il cambio di mentalità è sempre più netto, con il 70% degli studi che dichiara di svolgere un ruolo strategico nella definizione degli obiettivi dei loro clienti.

E se è condivisa la certezza che per assumere un ruolo più attivo nei confronti delle aziende clienti sia fondamentale la digitalizzazione (per il 90% del campione), è da sottolineare anche il fatto che gli studi che adottano soluzioni più evolute – come per esempio i più avanzati software di analysis – sono esattamente quelli che raccolgono il 20% del proprio fatturato dai servizi aggiuntivi.

I dati dell’Osservatorio sui servizi di analisi e consulenza

Un valore aggiunto per le aziende clienti, una possibilità preziosa per gli studi di restare competitivi e performanti: l’offerta di servizi di consulenza presenta vantaggi da ogni prospettiva. La maggior parte dei professionisti ne è consapevole, e per questo il 78% degli studi presenta regolarmente ai propri clienti dei report che permettono di monitorare in modo efficace, semplice e completo l’andamento dell’attività aziendale.

Di certo però, per individuare tempestivamente gli scostamenti e per prevedere azioni correttive, è necessario effettuare analisi approfondite, che possono essere rapide, semplici, corrette ed efficaci solamente a patto di poter contare su strumenti tecnologici dedicati all’attività di analisi e monitoraggio. L’Osservatorio Professionisti mostra però che l’area di analisi e di monitoraggio mediante strumenti di data analysis è quella che registra i livelli più bassi sia di utilizzo che di investimenti in nuove tecnologie.

Questo dato negativo può essere spiegato con la carenza di competenze specifiche, con l’assenza di una figura dedicata all’interno della struttura organizzativa, con la difficoltà nel reperire i dati necessari, nonché con il timore di gestire correttamente i dati di natura sensibile. Ma sono proprio questi i fattori che devono spingere verso l’adozione di appositi software per studi professionali, pensati appositamente per offrire analisi semplici da compiere, sicure, rapide e corrette, con aggiornamenti automatici.

A partire da quanto visto finora, non stupisce il fatto che l’adozione di strumenti di analisi sia del 19% maggiore nel caso dei professionisti che ricoprono un ruolo attivo nella pianificazione degli obiettivi strategici dei clienti, toccando soglia 87% (laddove nel caso dei professionisti che non ricoprono tale ruolo ci si ferma al 68%.

È evidente che per acquisire e mantenere il nuovo ruolo di consulente strategico, il professionista abbia sempre maggior bisogno di strumenti di analisi dei dati, integrati al software dello studio e con base dati unica.


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