Come ben sanno i commercialisti, il 2021 è stato l’anno dell’assegno temporaneo, ovvero di una speciale prestazione transitoria che è stata attiva dal 1° luglio al 31 dicembre per le famiglie in possesso dei necessari requisiti e con un figlio minorenne.
Tale assegno, a partire dal 2022, è stato assorbito dall’assegno unico universale.

Di fatto, con l’introduzione di questa misura, vengono abrogate a partire dal marzo 2022 tutte le precedenti misure di sostegno alla natalità, quali il premio alla nascita (o all’adozione), le detrazioni fiscali per i figli al di sotto dei 21 anni, l’assegno di natalità e gli assegni per i nuclei familiari con più di due figli minori.

La nuova misura quindi porta importanti cambiamenti per la gestione delle buste paghe da parte dei datori di lavoro e degli studi.

Cos’è l’assegno unico universale

In sintesi, l’assegno unico universale è una misura per il sostegno economico delle famiglie, previsto per tutti i nuclei con un figlio a carico fino al compimento del 21° anno d’età, e senza limite di età in caso di figli disabili.

Come si vedrà nel dettaglio più avanti, l’importo dell’assegno unico universale viene calcolato in base all’ISEE, tenendo in considerazione sia il numero di figli che la loro età.

A definire il nuovo assegno sono due aggettivi: si parla di assegno unico in quanto, come visto, assorbe le misure precedenti; e di assegno universale perché viene garantito, seppur con importi differenti, a tutte le famiglie con figli a carico.

A chi spetta l’assegno unico universale a partire dal 2022

Come visto, l’assegno unico spetta a tutte le famiglie con un figlio minorenne a carico, a partire dal 7° mese di gravidanza.

Più nel dettaglio, è possibile percepire l’assegno anche oltre la maggiore età del figlio, fino ai 21 anni, a patto che questo stia affrontando un corso di formazione scolastica o professionale, oppure un corso di laurea, un tirocinio oppure un’attività lavorativa con un reddito complessivo annuo inferiore agli 8mila euro.

Altri casi in cui è possibile ricevere l’assegno fino ai 21 anni sono l’iscrizione al registro dei disoccupati o lo svolgimento del servizio civile. Nel caso di figli disabili a carico, come anticipato, non esistono limiti di età.

Come funziona il nuovo assegno unico

Già da inizio gennaio è possibile fare domanda per ricevere l’assegno unico universale.

Per la determinazione dell’importo che verrà riconosciuto mensilmente è necessario un ISEE in corso di validità; va però detto che, essendo una misura universale, l’assegno può essere richiesto anche in assenza di ISEE, essendo il sostegno economico previsto anche per le famiglie con ISEE superiore alla soglia di 40mila euro.

Sia nel caso di ISEE assente, come nel caso di ISEE oltre la soglia massima, l’assegno corrisposto sarà del valore minimale previsto dalla normativa.

La famiglia che presenterà la domanda di assegno unico senza presentare l’ISEE potrà comunque accedere alle maggiorazioni, laddove previste, nei mesi successivi, una volta presentato il documento attestante la condizione economica del nucleo familiare.

Come viene calcolato l’importo dell’assegno unico

L’importo dell’assegno unico universale è composto da una quota variabile e da una quota a titolo di maggiorazioni.

La quota variabile si muove tra i 50 euro per ogni figlio, previsti per famiglie senza ISEE o con ISEE superiore ai 40mila euro, fino ai 175 euro, importo previsto per i nuclei con Isee fino a 15.000 euro.

Sono previste maggiorazioni in caso di famiglie con almeno 3 figli, con madri di età inferiore ai 21 anni, e via dicendo.

La quota a titolo di maggiorazioni entra eventualmente in gioco per compensare la perdita economica che potrebbe risultare nel caso in cui l’importo dell’assegno risulti inferiore a quello derivante dalla somma dei valori teorici dell’Assegno al Nucleo familiare e delle detrazioni fiscali medie precedenti l’istituzione della nuova misura.  


 

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