Lo ha reso pubblico a inizio anno 2023 uno studio dell’Istituto per la Competitività realizzato per il Parlamento Europeo in relazione allo sviluppo dei vari piani nazionali di attuazione del PNRR: l’Italia, con 27 miliardi di euro, risulta al primo posto in Europa per la quantità di investimenti nel digitale legati al Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza.

E ancora, la stessa indagine sottolinea che l’Italia è il Paese che riserva la fetta più alta dei propri investimenti alla digitalizzazione delle imprese, con 18,7 miliardi di euro dedicati. Si capisce quindi che gran parte dell’attenzione italiana nei confronti del PNRR si concentra sulla prima delle 6 missioni, ovvero quella dedicata a “Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo”, con particolare interesse per la trasformazione digitale delle imprese.

Per queste ultime, però, non è sempre facile capire come poter effettivamente approfittare degli stanziamenti a disposizione: da qui il ruolo da protagonista del commercialista, che può sfruttare questa occasione per presentarsi come consulente a 360° delle imprese clienti.

Gli stanziamenti del PNRR per la digitalizzazione delle imprese

Si è detto che molte delle risorse del PNRR sono destinate alla digitalizzazione delle imprese, con una gamma molto ampia di interventi coperti: si parla per esempio dell’acquisto di hardware e di beni strumentali, dell’acquisto di software come ERP, CRM e soluzioni di automazione per la produzione e per la logistica, dell’installazione di infrastrutture per la comunicazione, e via dicendo.

Tra gli stanziamenti più importanti che non sono ancora esauriti figura, per citarne uno, quello della Transizione 4.0, vòlto per l’appunto a promuovere la transizione digitale dei processi produttivi, e che può contare su una dotazione iniziale di 13,38 miliardi, ai quali sono stati aggiunti successivamente altri 5,08 miliardi di euro.

Ci sono poi gli stanziamenti della misura Politiche industriali di filiera e internazionalizzazione, quelli dei Fondi integrati per la competitività delle imprese turistiche, quelli della Digitalizzazione della catena logistica, e ancora, quelli della Innovazione e meccanizzazione del settore agricolo e alimentare.


E questi sono solamente alcuni degli stanziamenti possibili per la digitalizzazione, con le imprese che faticano a individuare le opportunità alle quali guardare: si pensi, per fare un esempio, a quanto potrebbe fare la differenza – per le PMI con i requisiti giusti – la partecipazione al bando “Imprese Borghi”, con una dotazione finanziaria di 188 milioni di euro per il recupero del tessuto economico-produttivo di 294 borghi italiani.

Tutto questo sapendo peraltro che l’orizzonte temporale del PNRR è di 6 anni, per concludersi nel 2026: questo significa che entro il 31 dicembre di quell’anno tutti gli interventi oggetto delle misure previste dovranno risultare conclusi.

Il ruolo del commercialista nelle scelte delle imprese sugli investimenti digitali

La digitalizzazione in corso richiede ai commercialisti di far quotidianamente fronte a nuove e diversificate necessità dei clienti; i professionisti più attenti e proattivi hanno già abbracciato questa dimensione consulenziale, adottando un nuovo approccio alla professione.

Di fronte alle opportunità offerte dal PNRR il commercialista che vuole dare il meglio è chiamato ad anticipare le esigenze dei propri clienti, rafforzando il legame in essere e assicurando una crescita condivisa. Si parla quindi di instaurare un nuovo tipo di rapporto con gli imprenditori, andando a suggerire per esempio sia i più adatti investimenti digitali, sia gli stanziamenti a cui guardare per ridurre al minimo i costi.


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